Prevenire è meglio che morire...

Mi scuserete per il titolo forte, ma il tema inizia a diventare scottante...

Nelle serate estive, per cercare un attimo di refrigerio e di libertà, si va in giro e non di rado, sulle strade esterne al circuito urbano, si rischia di imbattersi con qualche indiano o pakistano o chi per lui, che su una bici torna a casa.

Il loro sacrificio delle volte è encomiabile, ma spesso questi diventano motivo di incidenti, non di rado mortali. Non nego che quando passo su quelle strade cerco di mettermi più al centro della carreggiata per evitare di trovarmene uno senza giacca arancio di riconoscimento e rischiare di rovinare più di una vita.

Credo che il momento sia propizio per una campagna di sensibilizzazione nei confronti di queste persone, per evitare come detto prima, lutti e drammi.

Se qualcuno del Comune di Fondi legge questo post e vuole aprire un tavolo di confronto con questa comunità, ben venga...

 

Concordo pienamente con Daniele, portare ogni utente della strada alla sensibilizzazione di questa materia è doveroso, in quanto da alcuni anni si assiste ad una vera e propria mattanza ai danni di cittadini indiani, pakistani etc. che all'imbrunire fanno rientro dai campi con le biciclette, vero che in tanti non hanno l'apposita giacca catarifrangente, ma anche in virtù di ciò fare molta più attenzione, visto che molto spesso le cause sono da attribuire all'alta velocità degli automobilisti o motociclisti e/o alla loro distrazione dalla guida, stesso discorso lo si deve fare per gli animali, che specie nelle strade periferiche, vie in cui però si è liberi ed incoscienti di calare il piede (la mano per i centauri) sull'acceleratore le povere bestiole tremanti ed impaurite dal rombo dei motori e accecati dai fari restano interdetti ed immobili sul da farsi sul ciglio o al centro della strada ignari e impassibili sulla tragicità della concretizzazione del loro destino.
Pertanto, teniamo sempre in considerazione che ci vuole un attimo per cagionare una tragedia e pensiamo sempre doverosamente alla nostra ed all'altrui incolumità visto che la strada toglie ogni anno la vita a persone e animali con numeri che nulla hanno da invidiare a quelli di un qualsiasi conflitto bellico...

 

Non so Daniele quanti anni hai, sicuramente sei una persona sensibile, nel chiederti cosa si può fare devo per forza filosofare, senza dirti per primo sono i nuovi schiavi che lavorano per noi in nero, parecchi si si suicida anche, posso solo dirti che è lungo il discorso, preferisco scriverti una bella massima che io apprezzo molto " Il giorno in cui il potere dell'amore supererà l'amore per il potere il mondo conoscerà la pace e la giustizia per tutti, per adesso anche noi siamo diventati un pò Burundi, ciao

 

Elena, ti ringrazio per la bella considerazione che hai fatto. Quella massima mi fa tornare alla mente "Il testamento di Tito" di Fabrizio De André: "Nella pietà che non cede al rancore, ho imparato l'amore".

Il discorso, per quanto lungo (e sono d'accordo con te), va comunque affrontato, altrimenti per ogni cosa ci limiteremo ad una scrollata di spalle e dire: "Addumuan s n parl".

Sarebbe giusto che chi di dovere, anche grazie a questa discussione, possa prendere a cuore il problema. E come ho avuto modo di dire l'altra sera al Sindaco, venuto sul luogo di lavoro per parlarci di "raccolta differenziata": "La coscienza delle persone non si può solo multare. Va anche educata".

Ps= mi piace l'accostamento al Burundi. Penso che in fondo a noi faccia comodo il Burundi. Sia nel bene (come sfruttamento) che come male (ormai comandano loro. Voglio solo diritti e noi italiani?!).