Allevamento di cozze nei pressi del litorale fondano

Discussione in 'Fondi e i fondani' iniziata da Emanuele, 4 Agosto 2017.

  1. Emanuele

    Emanuele

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    Faccio un breve riepilogo della situazione, sulla base di quanto riportato dai siti di informazione sull'argomento.

    Lo scorso 13 luglio, la direzione Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Lazio ha rilasciato una concessione marittima a scopo di allevamento cozze su uno specchio d'acqua di circa 30 ettari antistante i lidi fondani di Tumulito e Capratica, valida per 6 anni.
    Beneficiaria della concessione è la società Mitilflegrea con sede a Bacoli (NA).
    L'atto è disponibile on-line sul sito della Regione Lazio (http://pubbur.ised.it/PublicBur/burlazio/FrontEnd/RicercaAtto, atto numero G09852).

    Si tratta di un'area con una larghezza di un chilometro e una lunghezza di 300 metri, che dista 2.850 metri dal lido di Fondi, ed è in corrispondenza dello stabilimento Tahiti Club.

    allevamento-cozze.png

    Di seguito il link alla mappa google con la localizzazione dell'area di allevamento: https://drive.google.com/open?id=1xpDYbAV3DTh16krRPJ9XDQqjGyM

    Per la concessione sono stati ottenuti i pareri favorevoli da parte dell'Agenzia delle Dogane, della Capitaneria di porto di Gaeta e del Ministero dei Trasporti.
    Sono stati inoltre richiesti pareri tecnici al Comune di Sperlonga (07/07/2016) e al Comune di Fondi (29/03/2017), ma non c'è stata a quanto pare risposta entro i trenta giorni previsti, e quindi la Regione ha approvato la richiesta.

    La società aveva avanzato richiesta nel 2014, sia per Fondi (inizialmente per la zona del Lago Lungo) che per Terracina, a seguito della quale c'erano stati degli esposti alla forestale e alla Procura di Latina, legati ai possibili impatti dannosi sull'ecosistema del bacino del Lago Lungo.
    Ma secondo la perizia a supporto della domanda di concessione, a firma, come nel caso di Terracina, dell’esperto di navigazione Antonello Buono, l’impatto di filari e quant’altro sarebbe praticamente nullo. “L’attività di allevamento di mitilicoltura – si legge – ben si integra con l’habitat naturale del sito marino e la diversità ecologica ambientale, atteso altresì che non viene apportata nessuna modifica alle caratteristiche fisico-morfologiche, ambientali e paesaggistiche nel tratto di mare interessato” (fonte: H24 Notizie, http://www.h24notizie.com/2015/03/d...iness-delle-cozze-a-sperlonga-come-terracina/, http://www.h24notizie.com/2015/03/u...ichieste-per-concessioni-a-sperlonga-e-fondi/).

    Il Comune di Terracina già nel 2015 si era opposto, sostenendo che "l'allevamento danneggia la pesca, intorbidisce le acque, confina con un sito di interesse comunitario e pregiudica la navigazione". Opposizione anche da parte del'area politica PD, delle associazioni degli stabilimenti balneari e di quelle dei pescatori (fonte: H24 Notizie, http://www.h24notizie.com/2015/03/no-al-maxi-allevamento-di-cozze-le-ragioni-della-giunta-comunale/).

    Per quanto riguarda Fondi, il comune ha chiesto di revocare il provvedimento attraverso una diffida alla Regione Lazio, a cui seguirà eventualmente il ricorso al TAR (http://comunedifondi.it/comune-informa.php?news=2497), sostenendo che la propria mancata risposta entro i 30 giorni alla richiesta di parere tecnico non può valere come "assenso", lamentando inoltre il fatto che non era stato invitato a partecipare alla conferenza decisoria, tenutasi nel 2015, e di non aver nemmeno ricevuto il verbale di chiusura della stessa, e inoltre che la cartografia non è aggiornata.
    C'è stato inoltre anche un comunicato da parte del PD, a firma di Mario Fiorillo e Maria Civita Paparello, in cui se la prendono con l'amministrazione comunale per la mancata risposta nei tempi allla richiesta di parere tecnico e esprimono il loro parere contrario all'installazione dell'allevamento (fonte: H24 Notizie, http://www.h24notizie.com/2017/08/u...i-impianti-di-mitilicoltura-lallarme-del-pdx/).
    I motivi forniti dal PD sono i seguenti:
    1. L'attività non genera alcun beneficio per l'economia locale, visto che i concessionari sono campani.
    2. L'utilizzo delllo specchio d'acqua ai fini di itticoltura penalizza lo sviluppo turistico.
    3. Sarebbe opportuno effettuare un'analisi approfondita per valutare eventuali effetti sulla salubrità dell'acqua e sull'ecosistema marino.
    Oggi c'è stato un comunicato stampa anche da parte della Confcommercio Lazio Sud e Ascom Territoriale di Fondi, in cui si esprime la contrarietà alla realizzazione del progetto, a causa di pesanti rischi di deterioramento dell’ecosistema marino nonché di “scempio paesaggistico” (fonte: Fondi Notizie, http://www.fondinotizie.net/notizie...e-no-ci-opporremo-come-per-terracina-e-scauri).
     
  2. Emanuele

    Emanuele

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    A mio parere l'amministrazione del Comune di Fondi non ci ha fatto una bella figura non rispondendo alla richiesta di parere tecnico avanzata dalla Regione.
    Per quanto riguarda la penalizzazione dello sviluppo turistico non so fino a che punto possa avere effetto un allevamento posto a quasi 3 km dal litorale. Non credo che sarà visibile dalla spiaggia, e non credo che i bagnanti si possano spingere fino a quella distanza.
    Si è parlato anche di "intorbidimento delle acque", senza però specificare cos'è che lo causa. Non credo le cozze stesse, forse alcune attività svolte dagli itticoltori durante l'allevamento?
    Stesso discorso vale per il possibile "scempio paesaggistico" paventato dalla Confcommercio/Ascom, che francamente mi sembra un po' esagerato e poco motivato.
    Resta qualche dubbio invece sugli impatti sull'ecosistema marino, che forse sarebbe opportuno approfondire da parte di qualche esperto.
     
  3. Marcellone

    Marcellone

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    Ottima spiegazione , tra l altro nessuno fin ora aveva specificato che questo allevamento sarebbe stato impiantato a quasi 3km dalla riva. La mia opinione su questa vicenda a questo punto cambia un poco.

    Personalmente la mia idea è che l amministrazione fosse ben a conoscenza di ciò, e avesse esercitato il silenzio assenso, fintanto che è scoppiata la bolla della notizia, che oggettivamente ha creato non poco scalpore, ed è corsa ai ripari con le dichiarazioni di cui sopra.

    Il PD fa il suo lavoro di opposizione, criticando l operato del governo, anche se dimentica che sono i loro compagni di partito ad aver dato questa autorizzazione, e quindi si immagina avessero un canale informativo privilegiato, ma cadono dalle nuvole.

    La confcommercio Lazio sud e ascom tenta di mettersi in mezzo alla pioggia di critiche per avallare una sua importanza politica all' interno della società cittadina fondana.

    Mio modesto parere....ogni luogo riferimento o persona è frutto di fantasia lol
     
  4. bat21

    bat21

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    Mi inserisco nella discussione senza pretese ricordando a chi ci rappresenta a livello comunale, regionale e nazionale che l'argomento in oggetto non è altro che " l'applicazione " dei disposti del Piano Strategico per l'acquacoltura italiana periodo 2014/2020. Pertanto incazzato e lieto al tempo stesso della "figurina" fatta dall'amministrazione tutta per disinformazione legislativa e di pianificazione strategica al tempo stesso, colgo l'occasione per sciorinare qualche dato sicuramente sfuggito a lor signori ivi compreso Confcommercio/Ascom che paventa scenari di scempi paesaggistici.
    La predetta "Pianificazione" rientra nella programmazione richiesta dalle nuove politiche europee ( visto che i cd forzisti hanno buoni uffici con il sig Taiani dovevano almeno essere edotti) ed è parte integrante del nuovo periodo di programmazione del FEAMP e della politica marittima integrata e della " crescita blu", con impegno del Governo centrale e delle Autorità regionali - atte a promuovere lo sviluppo dell'acquacoltura italiana periodo 2017*2020.
    L'obiettivo centrale è la riorganizzazione del predetto comparto che all'attualità risulta frammentato in azioni locali non coordinate e volta al recupero di strategie e obiettivi ben definiti per rilanciare il settore nei mercati e promuovere la crescita e lo sviluppo delle attività ad esso collegati.
    Il predetto Piano assegna alle regioni un ruolo strategico per promuovere le politiche di sviluppo territoriale e garantire obiettivi di crescita e competitività in tutti i territori. Secondo scenari di previsione della Banca Mondiale e proiezioni di dati di consumo e crescita demografica, nel 2030, è prevista una richiesta di 261 milioni di tonnellate di prodotto ittici - di cui il 62% dovrà essere assicurato con prodotti di acquacoltura.
    La domanda europea di prodotti ittici al 2030 è pari a 23,4 milioni di tonnellate - con un incremento del 19% circa rispetto al 2007. Le Regioni italiane che rappresentano l'eccellenza del comparto all'attualità sono: Emilia Romagna e Veneto che detengono il primato nazionale con il 50% della produzione e seguite dal fanalino di coda- Regione Lazio con solo il 5,8% della stessa.
    Il FEP è il principale strumento finanziario che demanda le misure di programmazione alle Regioni. Le risorse finanziarie sono gestite e distribuite per il 33% dallo Stato e il restante 67% dalle Regioni ( vera e propria manna). il finanziamento pubblico per l'Italietta - FEP + nazionale - è stato all'incirca di 900 ml di € di cui il 74% destinato a Basilicata, Calabria, Campania e Puglia e, il restante 26%, alle altre regioni Fuori Obiettivo Convergenza. Le Concessioni demaniali su base regionale e per comparto produttivo periodo 2007/2013 per il Lazio ( miticultura) sono le seguenti:
    Nuove Licenze: 1;
    Tempi di rilascio: 6 mesi;
    Soggetti coinvolti: 6;
    Durata Licenza: anni 6
    Criticità emerse :
    - insufficiente programmazione settoriale in alcune regioni;
    - scarso confronto, partecipazione e coordinamento tra Istituzioni;
    - procedure amministrative lunghe, incerte e poco efficienti;
    - eccessivi oneri per Concessioni demaniali.
    Ora indipendentemente da quanto esposto ,la domanda sorge spontanea ovvero:
    Indipendentemente dalla richiesta fatta da Soc. campana circa la possibilità di concessione per l'allevamento , se la stessa richiesta fosse stata fatta da società locale, il comportamento degli attuali amministratori sarebbe stato lo stesso?
    Fermo restante che a parere dello scrivente l'ubicazione a circa 2 miglia marine dell'area prevista ad allevamento......
    1° non reca alcun impatto ambientale;
    2° se attualizzata la Concessione ne beneficieranno sicuramente le attività locali abbattendo ulteriormente i costi di trasporto del prodotto ;
    3° seppur limitatamente qualche nostro concittadino potrà beneficiarne per posto di lavoro;
    4° potranno essere messe in atto iniziative di trasformazione del prodotto sul nostro territorio ecc. ecc.
    Buon sabato a tutti.
     
    A Emanuele piace questo elemento.
  5. Francesco Fusco

    Francesco Fusco

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  6. Eddy

    Eddy

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    Da ignorante mi permetto di affermare che secondo me l'installazione di questo allevamento di cozze sul litorale Fondano è un colossale controsenso, per non dire una grande, gigantesca, strepitosa caz.ata!:cool:

    Ma come? E' stato finalmente approvato un piano spiaggia con relative concessioni di arenili attrezzati e stabilimenti balneari sul tanto bistrattato litorale Fondano per poterlo finalmente sfruttare a livello turistico e poi, in uno dei tratti di spiaggia più frequentati e piacevoli si permette l'installazione di un allevamento di cozze con il rischio di deturparlo gravemente?:eek:o_O

    Un allevamento di cozze sporca e intorbida l'acqua e parecchio anche.

    Questo è causato dai mangimi e dalle altre sostanze usate per l'allevamento.

    In teoria questo dovrebbe essere evitato usando i depuratori ma, di fatto, è una cosa che non fa quasi nessuno (andate a farvi un giro a Gaeta per rendervene conto!) quindi l'inquinamento è certo.

    Tra l'altro quel pezzo di spiaggia già si trova tra il canale di S. Anastasia e il Pedemontano ... due fonti inquinanti non indifferenti come l'esperienza ci insegna ... ci si piazza pure un allevamento di cozze davanti e apriti cielo!:mad::eek:o_O

    Vai con la "monnezza"!:mad::eek:o_O

    Mi domando e dico ... ma qualcuno lo usa un minimo di buon senso, non dico intelletto e/o raziocinio perché sarebbe pretendere troppo:mad:, quando fa certe pensate del caz.o?:confused::eek:o_O:mad:

    A meno che la cosa non sia stata fatta apposta per fare un ennesimo "regalo" agli "scap'lasrd" di Sperlonga, a cui tempo fa, non so in base a quale principio, già è stato "regalato" quasi un km di litorale Fondano in zona Lago Lungo:mad::mad::mad:, deturpando ulteriormente il litorale Fondano e spingendo i turisti ed anche gli stessi Fondani a spostarsi in massa verso le spiagge di quello stramaledettissimo sputo di paese perché "qui l'acqua è più pulita!":cool::rolleyes::mad::mad:

    Mio modesto parere da persona qualunque:rolleyes::cool:.
     
  7. ribes

    ribes

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  8. Exiled

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    Letto solo la parte del progetto pilota sulla schiuma ed è inquietante. Immagino che considerando le correnti anche Sperlonga dovrebbe avere voce in capitolo visto che una volta a mare non si sa dove vento, maree e correnti spingano la schiuma.
    Al solito il comune di Fondi si sveglia sempre a festa finita e non si accorge che gli è appena passata sulla testa una potenziale bomba ambientale. Ogni commento ulteriore è inutile.
     
  9. fondani.it

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    Comunicato stampa di Legambiente:

    Terracina, 28 agosto 2017 - Comunicato Stampa n.56

    DOPO LA DETERMINA AUTORIZZATIVA REGIONALE DEL 13 LUGLIO SCORSO PER UN MEGAIMPIANTO DI MITILICOLTURA DAVANTI AL LITORALE DI FONDI, I CIRCOLI LEGAMBIENTE DI FONDI, TERRACINA E SUD PONTINO ASSIEME A LEGAMBIENTE LAZIO CHIEDONO ALLA REGIONE LAZIO LA SOSPENSIONE DEGLI ITER AUTORIZZATIVI E L’ANNULLAMENTO DELLE AUTORIZZAZIONI EMESSE E SOLLECITANO IL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI (COMPETENTE IN BASE AL DECRETO D.Lgs 201/2016 PER LA PIANIFICAZIONE DELLO SPAZIO MARITTIMO) A FARSI PARTE ATTIVA PRESSO LA REGIONE LAZIO PER INTERROMPERE TUTTI GLI ITER CONCESSORI PER GLI IMPIANTI DI MITILICOLTURA, DAVANTI ALLE SPIAGGE DI TERRACINA, FONDI, SPERLONGA E MINTURNO, IN ATTESA DEL RELATIVO PIANO DI GESTIONE E ANNUNCIANO CHE, COME GIA’ TERRACINA, ANCHE IL CIRCOLO DI FONDI SI COSTITUIRA’ “ad adiuvandum” del comune di Fondi nel ricorso al TAR contro l’autorizzazione del 13 luglio scorso

    Dopo la recente e del tutto inattesa determinazione n. G09852 del 13 Luglio 2017 della Regione Lazio per il rilascio di una concessione demaniale marittima di uno specchio acqueo di complessivi mq 305.000 (pari a 50 campi di calcio!) antistante la costa di Fondi e Sperlonga, a scopo di mitilicoltura, e la situazione ancora di assoluta incertezza relativa all’impianto che dovrebbe sorgere davanti alla costa di Terracina a seguito della determinazione n. G02621 del 31 marzo 2016 della Regione Lazio per l’anticipata occupazione di uno spazio acqueo di 500.000 mq (pari ad 80 campi di calcio !) ai fini di una sperimentazione e classificazione delle acque per la mitilicoltura, sulla quale dopo una sentenza favorevole del TAR di Roma sul ricorso presentato da due consorzi turistici di Terracina, pende ancora il giudizio del TAR di Latina per il ricorso presentato dal Comune di Terracina (con Legambiente Lazio e il Circolo di Terracina “ad adiuvandum”) restando quindi pericolosamente ancora aperta la questione autorizzativa per l’impianto di Terracina, i circoli Legambiente di Terracina e del Sud Pontino, dopo aver già invitato, solo lo scorso Aprile, la Regione Lazio a sospendere tutti gli iter concessori per gli impianti di mitilicoltura sulla costa pontina (https://legambienteterracina.wordpr...i-impianti-di-mitilicoltura-sulla-costa-pont/), si mobilitano, con Legambiente Lazio, a sostegno del Circolo di Fondi.

    mappa-allevamento-cozze.jpg

    La Regione Lazio infatti sta procedendo con le autorizzazioni per gli impianti di mitilicoltura in base all’art.11 della Legge Regionale 20 giugno 2016 n. 8, legge che definiva un modus operandi temporaneo in attesa del recepimento della Direttiva Europea 23/08/2014 n. 2014/89/UE, direttiva che impone agli stati membri la pianificazione dello spazio marittimo prima di procedere con le autorizzazioni. In particolare, la legge n.8 recita in premessa (art.11 comma 2): “Nelle more dell'attuazione della direttiva 2014/89/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 luglio 2014, che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo, l'autorizzazione all'esercizio di impianti di acquacoltura in mare, tra cui mitilicoltura e piscicoltura, è rilasciata secondo le modalità di cui al presente articolo, nel rispetto dei principi di tutela del paesaggio e dell'ambiente, degli interessi connessi alla valorizzazione economica delle zone marine e costiere ed in conformità agli atti di pianificazione finalizzati ad uno sfruttamento sostenibile delle risorse marine” e prosegue al comma 3: “La Giunta regionale, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, redige la pianificazione dello spazio marittimo come stabilito dalla direttiva 2014/89/UE”

    Ora si dà il caso che la Regione non solo non ha provveduto, fino ad oggi, a redigere alcun piano dello spazio marittimo ma nel frattempo la direttiva 2014/89/UE è stata recepita ad Ottobre 2016 (4 mesi dopo la legge regionale n.8) attraverso il Decreto Legislativo 17 ottobre 2016, n. 201 che istituisce (sotto la competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo.

    Riteniamo quindi, come già evidenziato nel nostro comunicato dello scorso Aprile, che a questo punto la Regione Lazio debba necessariamente attenersi a quanto delineato nel Dlgs n. 201 che prevede per ogni area marittima un piano di gestione dello spazio marittimo, predisposto a cura di un apposito comitato tecnico interministeriale (Trasporti, Ambiente, Politiche Agricole, Sviluppo Economico, Beni Culturali e Turismo) a cui partecipano anche i rappresentanti delle Regioni. Il piano di gestione individua la distribuzione spaziale e temporale delle pertinenti attività e usi delle acque marine (inclusi gli impianti di acquacoltura e piscicoltura) presenti e futuri, e prevede per la redazione del piano sia la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che la Valutazione di Incidenza Ambientale (VIA. In altre parole, visto il quadro normativo attuale in tema di rilascio delle autorizzazioni per gli impianti di mitilicoltura, a nostro avviso la Regione Lazio, in attesa che venga redatto il piano di gestione ministeriale (e non avendo redatto nel frattempo un proprio piano) non ha più alcun titolo per concedere le autorizzazioni come invece continua a fare vista la recente e inattesa determinazione n. G09852 del 13 Luglio 2017 sul territorio di Fondi.

    Tutto ciò premesso, Legambiente chiede di nuovo alla Regione Lazio (dopo averlo già fatto lo scorso Aprile) di annullare tutte le autorizzazioni emesse e di sospendere gli iter autorizzativi in corso e contemporaneamente chiede al Ministero dei Trasporti (ora competente per la pianificazione marittima) di farsi parte attiva presso la Regione per richiamarla ad attenersi al quadro normativo vigente. Chiediamo inoltre che il redigendo Piano di gestione dello spazio marittimo della nostra regione recepisca definitivamente che l'interesse diffuso del nostro territorio da San Felice Circeo, Terracina, Fondi, Sperlonga fino a Minturno è assolutamente contrario alla costruzione degli impianti di mitilicoltura del tutto incompatibili con la vocazione turistica e il valore paesaggistico della costa pontina che la Regione stessa sta promuovendo e valorizzando anche con finanziamenti dedicati.

    I Presidenti dei Circoli Legambiente di Terracina, di Fondi e di Minturno si faranno carico, insieme a Legambiente Lazio (che si costituirà anche “ad adiuvandum” del comune di Fondi nel ricorso al TAR per l’annullamento della Determinazione regionale N.G09852 del 13/7/2017 deliberato con la recente Deliberazione di Giunta comunale n. 282 del 08-08-2017) di inviare tempestivamente alla Regione Lazio una diffida a continuare ad operare in applicazione della Legge n. 8 del 2016 oramai superata dai fatti e contemporaneamente invieranno una comunicazione al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (in qualità di autorità competente designata dal D. Lgs n. 201/2016) affinchè richiami le Regioni a sospendere gli iter autorizzativi in attesa della Pianificazione degli spazi marittimi ai sensi della direttiva europea 2014/89/UE.


    Il nuovo impianto autorizzato davanti alla costa dei comuni di Fondi e Sperlonga sorgerebbe (mettendolo gravemente a rischio) a poche centinaia di metri di distanza dal SIC IT6000014 “Fondali tra Terracina e Lago Lungo” che occupa una superficie di 2182 ettari ed interessa i Comuni di Terracina, Fondi e Sperlonga. Nei fondali del SIC sono presenti 1459 ettari di Posidonia Oceanica, 7 ettari di habitat con Cymodocea Nodosa ed è presente la Pinna Nobilis specie protetta dalla direttiva Habitat. E proprio a protezione di tale ricchezza eco-sistemica la stessa Regione, con Delibera Regionale 604 del 3/11/2015 (stranamente mai citata nelle determinazioni autorizzative emesse fino ad oggi della Regione Lazio!) aveva ampliato di 382 ettari la perimetrazione di questo SIC (come di altri del Lazio). Inoltre, il Circolo Legambiente Terracina “Pisco Montano” ha definito ed inviato alla Regione Lazio a settembre 2016 un articolato documento (https://legambienteterracina.wordpress.com/2016/09/19/comunicatostampan-18-il-circolo-legambiente-terracina-presenta-alla-regione-lazio-una-proposta-integrativa-al-documento-bozza-della-regione-ai-fini-della-designazione-dei-sic-marini-di-terracina-qual/) che integrava la bozza predisposta dalla Regione di misure di conservazione e gli indirizzi di gestione dei due SIC ricadenti nel territorio del comune di Terracina: il Sito di Interesse Comunitario IT6000013 “Fondali tra Capo Circeo e Terracina” e il Sito di Interesse Comunitario IT6000014 “Fondali tra Terracina e Lago Lungo”. Le proposte del circolo di Terracina sono state accolte dalla Regione e per la loro validità, la Regione ha ritenuto opportuno estenderle a tutti gli altri SIC marini del Lazio divenendo parte integrante del documento finale di “MISURE DI CONSERVAZIONE DI 9 SIC MARINI, AI FINI DELLA DESIGNAZIONE DELLE ZONE SPECIALI DI CONSERVAZIONE (ZSC)” finalizzato alla designazione dei SIC a Zone Speciali di Conservazione (ZSC), ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Habitat) e DPR 357/97.


    “Essendo tutti e tre gli impianti in questione (quello di Terracina, quello di Fondi e quello di Minturno) posti a poche centinaia di metri da un SIC, a tutela degli ecosistemi marini del Lazio ed in particolare dei SIC marini che, tra l’altro, con la Deliberazione Regionale N. 679 del 15/11/2016 sono stati proposti dalla stessa Regione (evidentemente con scarsa coerenza già da noi precedentemente sottolineata https://legambienteterracina.wordpress.com/2016/12/28/la-regione-lazio-delibera-le-misure-di-conservazione-dei-sic-marini-e-designa-finalmente-gli-stessi-a-zone-speciali-di-conservazione-zsc-le-proposte-del-circolo-legambiente-di-terracina-sono-state/) ad essere designati a Zone Speciali di Conservazione (ZSC), ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Habitat) e del DPR 357/97, invieremo una nota congiunta anche al Ministero dell’Ambiente per chiedere che i SIC in questione siano finalmente (dopo gravi ritardi che sono costati anche una procedura di infrazione europea) designati a ZSC (visto che la direttiva 92/43/CEE prevede la loro designazione entro 6 anni dalla loro definizione e i SIC sono stati definiti con Decreto del MATTM il 25 marzo 2005) e che la VAS e la VIA previste ai fini del rilascio dei Piani di Gestione rispondano ai criteri di completezza e accuratezza dettati dalla più diffusa letteratura scientifica in materia. Criteri che debbono tener conto degli impatti, degli squilibri e dei rischi generati da tali mega-impianti (di tecnologia oramai obsoleta) sul delicato equilibrio di tutto l’ecosistema, sulle praterie di posidonia oceanica e sugli altri habitat e le specie presenti nei SIC, sulle comunità bentoniche esistenti nel sedimento sottostante, sul popolamento ittico e sulle aree di nursery presenti. Impatti prodotti dalle centinaia di giganteschi corpi morti in calcestruzzo che verranno posati sui fondali; dall’accumulo di sporcizia e limo di cui si impregnano le decine di migliaia di corde e calze impiegate; dall’ingente assorbimento di fitoplancton che si concentra nell’area di impianto; dall’enorme accumulo di gusci sui fondali e dalla necessità del loro smaltimento. Occorre poi considerare il rischio di contaminazione (per le altre specie e anche per l’uomo) causato dalle malattie batteriche e virali, dai parassiti e dagli organismi incrostanti che allignano in una popolazione così vasta di mitili. Oltre al fatto che, per loro natura, i SIC sono una realtà dinamica e in continua evoluzione ed i cui confini non possono di certo essere fissati per legge come dimostra il ripopolamento della posidonia oceanica avvenuto dopo che queste zone sono diventate dei SIC, mettendo un freno agli ancoraggi selvaggi e alla pesca a strascico.” Dichiara Gabriele Subiaco Responsabile Scientifico e Vicepresidente del Circolo Legambiente di Terracina, circolo che è stato il primo ad avviare un ricorso “ad adiuvandum” con il Comune di Terracina contro l’autorizzazione della Regione Lazio.Dopo il primo blitz in mare di grande successo a Marina di Minturno, organizzato dal Circolo Legambiente Sud Pontino, sulle “cozze nucleari” su cui Legambiente Lazio ha voluto ribadire la propria contrarietà e la propria preoccupazione per il paventato impianto, ritenendo inopportuno il posizionamento dell’impianto di mitilicoltura nell’area, anche per una valutazione di incidenza ambientale parziale che non tiene minimamente in conto gli studi sulla presenza di radionuclidi e quindi non complessiva di tutti gli impatti sull’ecosistema, nonché per le caratteristiche tecniche obsolete del progetto presentato ma anche per ragioni attinenti alla salute pubblica, visto che non tiene minimamente in conto gli studi sugli impatti dei radionuclidi sulla salute, i Circoli Legambiente pontini si attiveranno in una mobilitazione permanente con sit-in e volantinaggio sulla spiaggia ai bagnanti proprio davanti allo specchio acqueo tra Fondi e Sperlonga che sarebbe devastato dal nuovo impianto, con banchetti per la raccolta delle firme per stimolare la cittadinanza e i turisti a prendere coscienza della grave azione di aggressione alla bellezza delle nostre coste, la nostra Riviera di Ulisse, tra le poche ancora incontaminate del Lazio, come evidenziato anche dal recente rapporto conclusivo di Goletta Verde 2017.

    goletta-verde.jpg

    Legambiente è la più grande organizzazione ambientalista italiana con oltre 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, 30.000 classi che partecipano a programmi di educazione ambientale, più di 3.000 giovani che ogni anno partecipano ai nostri campi di volontariato, oltre 60 aree naturali gestite direttamente o in collaborazione con altre realtà locali. Grazie ai suoi 1.000 circoli è l’associazione ambientalista più diffusa in Italia col privilegio di essere presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale, lì dove i fatti avvengono e le persone operano, mettendo in pratica valori e ideali. Tratto distintivo dell’associazione è l’ambientalismo scientifico, ovvero la scelta di fondare ogni progetto in difesa dell’ambiente su una solida base di dati scientifici, uno strumento con cui è possibile indicare percorsi alternativi concreti e realizzabili.
     

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