La tua poesia non mi piace. Le figure retoriche sono abbastanza mediocri e il tema, ahimè, oltre che essere ridondante è anche vecchio. Ed ora il mio essere quieto e tranquillo, sereno e pacato vorrebbe concludere questa missiva, a voi signoria vostra, con un bel pensiero carino, a mò di galateo.
... Ma non lo farò, e non perché il mio compito è quello di rompere le scatole alle persone, ma semplicemente perché il mio io me lo impone.
Dovrò dire la mia, anche se pochi la capiranno.
Carissima, lo debbo ammettere, i tuoi versi sono poesia. Molte persone si risentiranno a queste parole, ma è così. Scrivi in versi, e questo è lodevole. Scrivi con cognizione di causa, e questo è lodevole. Ma, e debbo dirlo, perché non alzare lo sguardo?
Perché non leggere quel Pound, quell' Eliot, quel Pasolini, quel Penna?
Perché non riflettere sulla parola? Perché non pensare alla distruzione del verso, alla distruzione della parola?
Comprendo, posso capire, il tuo ragionamento, il tuo volere.
Oggi, nell'era del nulla e del tutto, alcuni letterati pensano che, scrivendo come faceva quel gran alloro di Petrarca, si possa restaurare un qualcosa.
Io, dal canto mio, rimango dubbioso, e a dirlo, estremamente critico in taluni episodi.
Dico si allo scrivere in versi, che sia saffico, che sia libero, che sia veloce, che sia come il respiro di un primitivo, che sia dei corpi d'un baccanale... Ma posso solo dire no allo scrivere vecchio.
Possiamo ora scrivere sul profumo di un pesco? Certo, dico io, ma non solo di quello.
Anche il profumo del pesco, anche l'amore d'una figlia deve essere rapportato a quel mondo veloce e moderno, post-moderno, iper tutto, in cui siamo immersi.
Non possiamo rinchiuderci in una vecchiaia stantia, che anche se profuma di rosa puzza di cantina!
Dobbiamo con forza riuscire a comprendere quello che ci accade, sentirlo e metabolizzarlo per poi scrivere in versi!
Fatto questo discorso, io, mi volto e mi giro su questo forum, su questa piazza di Fondi, in questa città... Quanta deplorevole ignoranza aleggia, quanto schifo, quanto fango che c'atterra e c'ammazza
che ci soffoca.
Il predominio del “non sapere” è totale! Si deridono quelli che sanno, si esaltano quelli che non sanno. Per questo un poeta potrà mai amare questa città? Libero de Libero viveva in una Fondi contadina, e l'amava. Noi viviamo in una Fondi cittadina, e la dovremmo odiare.
Posso solo girare ancora una volta il volto ed inabissarmi nelle mie letture, nei miei viaggi, unici medicinali, uniche panacee per sopravvivere...
Con sentita onestà intellettuale, Morgera Diego.
violettaAGOSTINELLI
Reg: 16 mar 2008
Msg inviati: 248
X bonzos
Inviato il: 15 mag 2008, 23:01
Ognuno dentro di se porta qualcosa
che appartiene al suo mondo, al proprio -IO-
e ne conserva integro il principio
e i profumi e i colori del mio io
sono di un rosa antico
che non teme confronti per bellezza
e invecchiando diventa ancor più roseo
violetta
jeffrey_lebowski
Reg: 9 nov 2007
Msg inviati: 2459
Inviato il: 15 mag 2008, 23:28
Mettiamola così,molto semplicemente:nn mi piace assolutamente come scrivi,nè quello di cui scrivi,e nn penso che tu ti offenda se ti dico questo perchè scrivendo su un forum pubblico hai accettato di metterti in discussione.
Per quanto riguarda il discorso sulla metrica poetica,posso essere in parte daccordo,in quanto mi piace sentire la musicalità nelle parole,ma nn minimizzerei il ruolo del verso libero nella poesia nn solo moderna e contemporanea:la parola ha potere anche se detta in modo rude,senza musica,e chi meglio del poeta deve saper gestire questo potere?
angeloz
Reg: 18 apr 2008
Msg inviati: 36
Inviato il: 16 mag 2008, 2:37
jeffrey_lebowski ha scritto:
Mettiamola così,molto semplicemente:non mi piace assolutamente come scrivi,nè quello di cui scrivi,e non penso che tu ti offenda se ti dico questo perché scrivendo su un forum pubblico hai accettato di metterti in discussione.
Per quanto riguarda il discorso sulla metrica poetica,posso essere in parte daccordo,in quanto mi piace sentire la musicalità nelle parole,ma non minimizzerei il ruolo del verso libero nella poesia non solo moderna e contemporanea:la parola ha potere anche se detta in modo rude,senza musica,e chi meglio del poeta deve saper gestire questo potere?
ineccepibile...come sempre (quasi)...bell a jeffrey
bonzos
Reg: 11 nov 2007
Msg inviati: 169
Inviato il: 16 mag 2008, 3:32
vabbè violetta, viviamo su due mondi diversi, ma se con versi mi rispondi....
Mi chiedono di scrivere come un quadrato,
Ma non scenderò a patti con le superstizioni di quel fabbro, Arnout Daniel
Il canto è ammaliante, il suono che s'infiamma
Ma è maschera...
Nella notte eterna possiamo solo
Parlare della parola,
Frammentata
Nuova?
Col dubbio nel petto ed il logoro nelle tasche
Disperdiamo i versi, l'uomo.
leprosy
Reg: 13 nov 2007
Msg inviati: 309
Inviato il: 16 mag 2008, 10:16
Naturalmente, il problema non riguarda violetta, che non è qui sotto esame. Anzi, lei ha avuto il merito di suscitare infine un dibattito culturale assai interessante. E' la collocazione stessa dell'arte poetica che necessita, oggi più che mai, di un'analisi meticolosa. Il componimento in versi così come lo abbiamo conosciuto a scuola ha perso la cittadinanza letteraria: l'ispirazione che lo animava è trasmigrata nella narrativa o, addirittura, nel cinema. Capolavori come "la casa degli spiriti" dell'Allende o "la strada" di Cormac McCarthy, per fare solo un paio di esempi, hanno una sostanza poetica contenuta nella forma romanzo. Con la morte di Mario Luzi, ultimo dei grandi, si è, forse, saldato il debito con la tradizione. A Fondi, ma un po' dovunque, il guaio grosso è che se qualcuno impara appena appena a leggere e a scrivere si sente all'improvviso investito di una missione artistica ineluttabile (la sindrome di violetta): ciò che manca è lo scambio, il confronto, quello che in definitiva costituisce un movimento culturale. Tale mancanza è la sintesi del provincialismo.