Tra
«soffiate» e «occhi chiusi», secondo la Dda di Roma, piuttosto allegro
era anche il contrasto dell'abusivismo edilizio a Fondi, grazie sempre
a Izzi e ai vertici di allora della polizia municipale, il comandante
Dario Leone e il suo vice Pietro Munno.
Per Izzi e Munno sono scattate così le accuse di abuso d'ufficio,
favoreggiamento e rivelazione di segreti d'ufficio. I due avrebbero
consentito di completare lavori abusivi al fondano Massimiliano De
Filippis, anche lui accusato di concorso in abuso d'ufficio. Di abuso
d'ufficio e rivelazione di segreti d'ufficio sono poi accusati sempre
Izzi e Leone, che avrebbero consentito di non avere troppi problemi per
lavori abusivi al fondano Ennio Giovannoni e al responsabile dei lavori
nominato da quest'ultimo, Raffaele Vincenzo Boccia, anche loro accusato
di concorso in abuso d'ufficio. Stesso reato di cui, oltre Izzi, sono
accusati Luigi Griffo e il geometra Valentino Marrocco, per le
pressioni che Izzi avrebbe fatto sui vigili urbani per evitare i
controlli sui capannoni abusivi che Griffo stava realizzando, con
l'aiuto del geometra, nell'azienda zootecnica «G&T», in località
Casabattandrea.