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brfiore
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QUALE ANTIMAFIA? FATTI, NON PAROLE Al Castello Baronale di Fondi il 19 settembre protagonisti a confronto COMUNICATO STAMPA L’antimafia dei fatti, della denuncia, della partecipazione attiva al fianco degli inquirenti. Questo da sempre il principio ispiratore dell’Associazione Antimafia Antonino Caponnetto, che celebra i suoi primi 15 anni di attività con un importante appuntamento pubblico a Fondi il prossimo 19 settembre. A partire dalle ore 16.30 nelle sale del Castello Baronale in piazza Matteotti, si terrà infatti l’incontro pubblico sul tema “Quale Antimafia? Fatti, non parole”, che vedrà in campo importanti personalità del mondo istituzionale, giudiziario e delle forze dell’ordine, impegnate in prima linea nel contrasto alla criminalità organizzata. Fondi rappresenta infatti un luogo simbolo dell’intreccio mafioso degli ultimi anni portato alla luce dalla magistratura con una imponente operazione giudiziaria ed investigativa. Il pomeriggio sarà aperto da un confronto tra Sonia Alfano, presidente uscente della Commissione Antimafia Europea, e Claudio Fava, vicesegretario della Commissione Antimafia al Parlamento italiano. Subito dopo, le relazioni di Nunzia D’Elia (procuratore aggiunto di Latina), Paolo Ielo (sostituto Procuratore a Roma), Cesare Sirignano (sostituto procuratore DDA Napoli), Bruno Spagna Musso (magistrato Corte di Cassazione), Renato Chicoli (capocentro DIA Roma). Seguiranno gli interventi di Alessandro Panigutti, direttore de Il Quotidiano Latina, e dello scrittore Gaetano Pascale. In apertura i saluti di Elvio Di Cesare, Andrea Cinquegrani e Bruno Fiore, rispettivamente segretario nazionale, vicesegretario e segretario organizzativo della Caponnetto. I lavori saranno condotti da Rita Pennarola, condirettore del mensile d’inchiesta La Voce delle Voci. Il convegno è organizzato dall’Associazione Caponnetto in collaborazione con l’Associazione Amato Lamberti e con La Voce delle Voci onlus. Invitiamo tuttia partecipare e a diffondere la notizia. Roma, 13 settembre 2014 Ass. Antimafia A.CAPONNETTO |
Francesco Fusco
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Cari cittadini di Fondi,
l’illegalità, la corruzione, il degrado sociale etico politico e la mafia:
(forse) sono radicati a Fondi nella stessa proporzione in cui sono radicati nel resto dell’Italia: DOVE PIÙ DOVE MENO;
è quindi un: grave dirrompente problema a livello nazionale …
la cultura diffusa dell’illegalità in tutto il territorio italiano DOVE PIÙ DOVE MENO ha raggiunto livelli preoccupanti dirrompenti anche destabilizzanti e sovversivi dell’ordine democratico (ciò viene affermato da diverse Autorevoli Personalità);
c’è una parte del popolo che aumenta sempre di più, giorno dopo giorno, che stenta ad arrivare a fine mese e soffre, i cui diritti e servizi tendono sempre a diminuire giorno dopo giorno (ecco la guerra fra poveri per sopravvivere a cui seguirà l'assalto manzoniano ai forni);
forse in uno Stato (che sembra) che si sta ritirando lasciando o abbandonando parti del territorio… alcuni potrebbero trovare “conveniente” (per diversi motivi) trovare assistenza nell’altro Stato (che è sempre esistito in simbiosi con il primo) e che ora (sembra) che si sta rinforzando giorno dopo giorno …
le sentenze di condanna che sono state emesse in un Comune dove la legge è stata raggirata:
- hanno individuato tutte le persone o si è fermata a un livello basso ?
perché CHI doveva "garantire la legalità" prima aveva detto SI e poi aveva detto NO ?
ecco Vi presento il bel paese... una volta culla di diritto cultura e civiltà (all'estero non siamo considerati poiché: "non siamo credibili" ).
Fondi 13/09/2014
francesco fusco
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Francesco Fusco
Msg inviati: 3760 |
http://www.youtube.com/watch?v=JyLBZZO3HCU&feature=channel_page
ribadisce
14 maggio 2009 - Interrogazione parlamentare... al Minstro Maroni sul caso Fondi. Il Ministro ribadisce la sua richiesta ufficiale di scioglimento del consiglio comunale di Fondi e rimanda la decisione ultimativa al Consiglio dei Ministri, nel più breve tempo possibile.
http://www.youtube.com/watch?v=cTx7OmjEysk
allora si trova qui o la (o dove) ? ...
" Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo "
Lirio Abbate, Peter Gomez, I complici. Tutti gli uomini di Bernardo Provenzano, da Corleone al Parlamento, p. 36 http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Borsellino
(Ultima modifica da parte di Francesco Fusco il 19/09/2014, 19:33.
Modificato 5 volte in totale)
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Mast
Msg inviati: 23 |
Un ringraziamento particolare a tutti coloro che sono da sempre impegnati nella lotta alla criminalità di ogni genere, e alle forze dell'ordine che la combattono quotidianamente. Iniziative che vanno nella stessa direzione sono sicuramente da apprezzare, ma vorrei poter assistere ad iniziative dove si invitano le istituzioni ad intervenire, dove si chiede agli organi competenti di investire con risorse nella vera lotta ....... viva la legalità |
Francesco Fusco
Msg inviati: 3760 |
http://www.youtube.com/watch?v=JyLBZZO3HCU&feature=channel_page
ribadisce
14 maggio 2009 - Interrogazione parlamentare... al Minstro Maroni sul caso Fondi. Il Ministro ribadisce la sua richiesta ufficiale di scioglimento del consiglio comunale di Fondi e rimanda la decisione ultimativa al Consiglio dei Ministri, nel più breve tempo possibile
allora si trova: qui, la o dove ? ...
" ... Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo ... "
Lirio Abbate, Peter Gomez, I complici. Tutti gli uomini di Bernardo Provenzano, da Corleone al Parlamento, p. 36 http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Borsellino
francesco fusco " senza paura moriremo una volta sola " ( ...passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello ... )
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brfiore
Msg inviati: 733 |
Coraggio, negazionismo, omertà diffuse Dentro l’antica sala del Castello Baronale di Fondi, gremita di volontari, uomini delle scorte e gente comune, quattro ore di serrato confronto, ieri, fra alcuni grandi nomi dell’Antimafia nazionale, per l’incontro promosso dall’Associazione Antimafia Antonino Caponnetto e il mensile La Voce delle Voci. Un luogo simbolo, Fondi – ha detto in apertura il segretario della Caponnetto Elvio Di Cesare - perché è proprio dalle connection malavitose intorno al grande mercato ortofrutticolo che quindici anni fa è partita l’attività di denuncia dell’Associazione, andata avanti nonostante il persistente negazionismo delle istituzioni e le tante intimidazioni, subite anche da parte di chi per primo avrebbe avuto il dovere di accertare le responsabilità e bonificare, prima che fosse troppo tardi, il territorio del Sud Pontino, ormai infestato dalla criminalità organizzata Sulla stessa lunghezza d’onda il saluto accorato di Bruno Fiore, militante storico della Caponnetto e dell’antimafia locale, che ricorda lo scontro tuttora in atto fra chi si espone quotidianamente a ritorsioni, per collaborare con gli inquirenti nella indispensabile opera di ripristino della legalità, e i tanti che additano tali iniziative come “discredito” della propria terra, così contribuendo ad innalzare quel muro di omertà diffuse dietro il quale sono andati avanti per vent’anni gli affari delle mafie sul territorio di Fondi e ben oltre. La storia de La Voce delle Voci, il mensile anticamorra chiuso “per mano di legge” da una assurda sentenza della magistratura civile di Sulmona, è stato al centro dell’appassionato intervento del direttore, Andrea Cinquegrani, vicesegretario della Caponnetto ed autore di inchieste che, nero su bianco, fin dagli anni ’90 avevano indicato con nomi e cognomi i personaggi di elevato spessore criminale responsabili dell’avvelenamento dei suoli e della vita democratica, dalla Campania al Lazio, fino a tutto il resto della penisola. Uomini e intrecci istituzionali che, dopo oltre vent’anni di impunità, solo adesso compaiono alla ribalta delle cronache, mentre su territori come la Terra dei Fuochi si contano ogni giorno i morti, anche tra i bambini. Subito sotto i riflettori di un parterre attento, ma disincantato, il ruolo della Commissione Parlamentare Antimafia, tema affrontato di petto dal suo vicepresidente Claudio Fava. Saremo presto a Latina, ha annunciato Fava, senza nascondersi le difficoltà di contrastare sistemi mafiosi che arrivano a dare lavoro anche attraverso le istituzioni, come è emerso di recente al Comune di di Reggio Calabria, prima amministrazione di città capoluogo sciolta per mafia, dove nei ranghi del personale restano non solo parenti, ma anche affiliati alle cosche locali, “regolarmente” assunti prima dell’arrivo dei commissari. Su oltre 1.200 aziende confiscate alle mafie solo 28 sono tuttora in attività: per questo – ha aggiunto Fava anticipando quello che sta diventando un tema centrale nell’attività della Commissione – lo Stato dovrà d’ora in poi assumere su di sé la gestione dei beni confiscati. Ed ha mostrato come esempio il recentissimo protocollo sottoscritto in tal senso al Tribunale di Roma. La verità – ha tuonato il pm della DDA partenopea Cesare Sirignano – è che il nostro Paese, a differenza di qualsiasi altro territorio d’Europa, è caratterizzato da un tasso di criminalità politico-mafiosa che non ha precedenti e non ha uguali in nessuna parte del mondo. Però l’apparato legislativo è lento o indifferente rispetto ai fattori chiave di questa pervasività criminale, che sono la corruzione e l’autoriciclaggio, su cui si annunciano di continuo leggi che puntualmente restano al palo, o monche, prive di reale incisività. Come pretendiamo – ha incalzato Sirignano – di conquistare autorevolezza rispetto ai partner europei, se lasciamo totalmente sotto il controllo delle mafie quattro regioni del Paese, se impieghiamo anche otto anni per confiscare un bene, se permettiamo che finiscano in prescrizione i processi per reati come la corruzione? Del resto, ha sottolineato il procuratore aggiunto di Latina Nunzia D’Elia, ci sono voluti vent’anni per concludere in primo grado il processo alla criminalità operante sul territorio fin dagli anni ’90. E che si trattasse di fenomeni tutt’altro che sconosciuti – ha sottolineato – lo dimostrava già la relazione Chiaromonte della Commissione Parlamentare Antimafia nel 1991, che indicava i diversi clan presenti nel Sud Pontino, fino al polo industriale di Aprilia. Eppure – è stata l’amara conclusione del procuratore D’Elia – nemmeno dopo i primi arresti abbiamo registrato la forte reazione della società civile che ci aspettavamo, e l’intero procedimento è andato avanti senza neppure la denuncia di un privato. Per la Direzione Distrettuale Antimafia competente sul territorio, quella di Roma, è intervenuto il sostituto procuratore Paolo Ielo, secondo il quale la marcata ibridazione delle forme di attività mafiosa, la loro mutevole trasformazione anche di tipo tecnologico, comportano come conseguenza il fatto che talvolta sfuggano all’osservazione degli inquirenti, specialmente nelle Procure locali, dove non esistono sezioni specializzate per questo tipo di insidiosi crimini. Su tutto, dall’alto della lunga esperienza prima come pretore d’assalto in Calabria, poi da oltre 25 anni in Cassazione, il giudice Bruno Spagna Musso ha posto l’accento sulle complicità diffuse nel rapporto tra mafia e Stato, come dimostra da ultimo la mancata nomina da parte del Csm del Procuratore capo a Palermo, quasi che non si trattasse di un incarico della massima rilevanza ed urgenza per l’intero Paese. Ancora, il giudice Spagna Musso non ha mancato di ricordare i ritardi nel processo sulla trattativa Stato-mafia ed i procedimenti disciplinari cui si è trovato sottoposto qualcuno fra coloro che avevano cercato di portare avanti il procedimento. Condotti dalla giornalista de La Voce delle Voci Rita Pennarola, volontaria della Caponnetto, e punteggiati dagli interventi del direttore del Quotidiano Latina, Alessandro Panigutti, i lavori sono andati avanti con la relazione di Renato Chicoli, capocentro della Dia di Roma, il quale, dopo aver ricordato la sua precedente esperienza antimafia in un territorio come Padova, fino ad allora non sospetto di criminalità organizzata, poi clamorosamente venuta alla luce, si è soffermato sulle difficoltà nell’azione di indagine e contrasto derivanti, ad esempio, dal vastissimo ambito di competenza della Dia della capitale, che si estende fino a Marche e Sardegna, senza contare fenomeni come le attività dei Tribunali Amministrativi Regionali, che talvolta annullano l’efficacia ostativa delle interdittive antimafia a carico di imprese riconducibili alla criminalità organizzata. A conclusione dei lavori, l’emozione della testimonianza diretta di un giovane imprenditore del litorale romano che, dopo aver denunciato le estorsioni subite da parte dei clan, sconta oggi i pesanti ritardi del sistema penale, ed attende da tempo che sia fatta giustizia. La sua esperienza è stata raccolta e commentata da Gaetano Pascale, lunghi anni di servizio in Polizia per contrastare l’avanzata del crimine organizzato sulle coste laziali, ed oggi autore del libro dal provocatorio titolo “La camorra non esiste”. Roma, 20 settembre 2014 ASSOCIAZIONE ANTIMAFIA ANTONINO CAPONNETTO |
Mast
Msg inviati: 23 |
Vediamo se l'appello del Sindaco per un distacco del commissariato nel MOF sarà accolto .....
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frank
Msg inviati: 1089 |
Ma mettessero più uomini delle forze dell'ordine e li pagassero di più.....
Le varie associazioni come fanno ad organizzare le loro attività di comunicazione e pubblicità? chi paga le spese? |
IPPOMAN
Msg inviati: 188 |
frank ha scritto:
Ma mettessero più uomini delle forze dell'ordine e li pagassero di più..... Le varie associazioni come fanno ad organizzare le loro attività di comunicazione e pubblicità? chi paga le spese? Se la politica prendesse le distanze dai mafiosi e legiferasse per inasprire le pene anziche depenalizzare.....gli uomini impiegati alla lotta alla criminalità mafiosa sarebbero anche troppi. La mafia è nello stato,negare l' evidenza ci ha portato a questo punto. |