Caro Eddy, mi scuso se ho frainteso, ma avendo letto la tua risposta a Daniele con l'articolo della Stampa del 17/01/2017, ho dedotto che ti riferivi anche al suddetto articolo! Non ho letto il libro da te citato, non me ne volere. Ciao
Gli occhi degli innamorati hanno la stessa vivacità di un bambino che nel parco rincorre un aquilone...
Il mondo che vorrei Pubblicato il 21/01/2017 sul quotidiano la "Stampa" nella rubrica lettere dei lettori. Penso sia utile per sapere, capire, riflettere, per restare nel tema di questa discussione. I media dicono che in Europa cresce la fobia dei poveri e dei migranti. La classe media schiacciata dalla crisi non riesce a confrontarsi con uno dei più grandi fenomeni del nostro tempo. Non sappiamo guardare negli occhi la realtà, continuiamo a fingere, a voltar le spalle a ciò che vediamo. Un autre monde est possible et même nécessaire. Siamo coscienti della necessità del cambiamento, ma non capiamo da dove cominciare. Sappiamo che il sistema in cui viviamo è imploso, conosciamo le diseguaglianze, abbiamo paura. Rispondiamo guardando in faccia il timore, perché nella vita vince solo chi ha il coraggio di confrontarsi con la contraddittorietà dell’esistenza Anzi, non vince proprio nessuno, cambiamo logica. Smettiamo di sognare di essere degli «arrivati», limitiamo i nostri consumi a quel che serve, doniamo ciò che abbiamo in eccesso. Usciamo dalla falsa necessità del «far girare l’economia», sfruttando tutto, anche la terra che ci ospita. Parliamo con una persona prima di sapere chi è, che lavoro fa, dove abita. Perché ci sono mendicanti poliglotti, gentili, laureati, sensibili, cattivi, antipatici, espansivi. Perché ci sono parlamentari analfabeti, giusti, corrotti, simpatici, ladri. Possiamo fare tanto. Che sollievo, che bello. Tuttavia la società per come è strutturata porta molti, giovani e non, alla depressione e al sentimento di impotenza e di inadeguatezza. È la società dei vincenti, o sei il primo o non vali nulla. Io mi rifiuto di avere una reazione del genere. Voglio sognare in grande e agire in piccolo. Non mi rassegnerò mai. Sono nato nella società della comunicazione strumentale finalizzata al profitto, in un sistema di «valori» condiviso che disprezza la gratuità della vita, dell’attimo fuggente. Una società costruita sulla polarità tra il «morto di fame» e «l’uomo da un milione di dollari». Una società che non mi appartiene. BERNARDO BERTENASCO
Ho un sogno nel cassetto: scrivere un articolo sul giornale dopo aver ascoltato una partita per radio. Raccontandola dopo averla vista, dal vivo o in tv poco importa, può sembrare facile. Scriverne le emozioni grazie al racconto di chi guarda per te, diventa affascinante nella sua difficoltà...
La vicenda di Vasto l'ho vissuta solo a tarda serata. Non ho la tv a casa per mia libera scelta, così ogni tipo di notizia mi arriva raffreddata dall'emotività del piccolo schermo. Quando ho letto non ho realizzato cosa è accaduto e anche adesso mentre scrivo non riesco a dare un contenuto che sia valido per i miei pensieri. Mi torna alla mente una frase di una canzone di Fabrizio De André "Il testamento di Tito". Ma adesso che viene la sera ed il buio mi toglie il dolore dagli occhi e scivola il sole al di là delle dune a violentare altre notti: io nel vedere quest'uomo che muore, madre, io provo dolore. Nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l'amore. Il rancore in questo caso ha vinto sulla pietà. Non riesco a pensare se sia giusto quello che ha fatto o se sia sbagliato. Posso dire quello che penso. Ma sono esterno al dolore. Non ne ho il diritto...
Per quanto mi riguarda a proposito della vicenda di Vasto che ha visto coinvolto l'omicida Fabio Di Lella e la vittima Italo D'Elisa dico solo che la legge dovrebbe essere sempre serva della giustizia e tra la legge e la giustizia io sceglierò sempre la giustizia.
"Serafì, qui non finisce perché arrivano gli italiani. Qui arrivano gli italiani proprio perché è finita". Credo che in vita mia poche volte ho sentito frasi così secche e vere...
"Se ormai il lavoro stabile non esiste più ... come si può continuare a pretendere che il matrimonio duri per sempre?" (Sentita stamattina a bordo del treno per Napoli ... condivido in pieno ... purtroppo!)
"Le cose belle si disperdono in fretta come fumo nel vento ... le cose brutte si accumulano come gli anni della nostra breve vita!"
...il pensiero non è stato "come farò a vivere senza gambe", ma "come potrò fare tutte le cose che voglio fare anche senza le gambe". 92 minuti di applausi!!!
Incontri ravvicinati tra grandi personaggi. Winston Churchill, primo ministro Inglese, visibilmente alticcio durante un importante ricevimento incontra Emmeline Pankhurst, famosa attivista politica e guida del movimento suffragista femminile. I rapporti tra i due non erano mai stati idilliaci e quindi ... Churchill: "Mio Dio quanto siete brutta!" Pankhurst: "Mio Dio quanto siete ubriaco!" Churchill: "Sì ... ma io domani mattina sarò sobrio!"
Incontri ravvicinati tra grandi personaggi 2. Renato Rascel e Paola Borboni, entrambi ultrasettantenni si incontrano nel corso di un festival teatrale. Rascel: " Paola! Ma sei diventata davvero vecchia e brutta!" Borboni: "Sono vecchia e brutta ma sono stata giovane e bella ... tu alto mai!"
Incontri ravvicinati tra grandi personaggi 3. Il marchese Francois de Bassompierre, grande soldato e impenitente libertino a colloquio con la regina Maria de' Medici, moglie del re di Francia Enrico IV di Borbone. Bassompierre: "Maestà, per mia esperienza, ormai in Francia vi sono ben poche donne che non siano prostitute di mestiere o che non si comportino come tali!" Maria de' Medici: "E io?" Bassompierre: "Oh, voi maestà ... voi siete la regina!"
Il banchetto (Premiata Forneria Marconi,1972) Sire,Maestà riverenti come sempre siam tutti qua. Sire,siamo noi il poeta,l'assassino e Sua Santità. Tutti, fedeli amici tuoi ah...Maestà! Prego,amici miei lo sapete non so stare senza di voi. Presto,sedetevi al banchetto attendevamo soltanto voi. Sempre,ogni giorno che verrà finché amore e pace regnerà. Tutti,sorridono. Solo il popolo non ride ma lo si sa. Sempre,piagnucola Non gli va mai bene niente chissà perché. Chissà perché....
Incontri ravvicinati tra grandi personaggi 4. Winston Churchill, primo ministro Inglese, durante un'accesa discussione con Emmeline Pankhurst, famosa attivista politica e guida del movimento suffragista femminile. I due si detestavano nemmeno troppo cordialmente e quindi ... Pankhurst: "Se avessi la sfortuna di essere vostra moglie potete essere sicuro che vi metterei del veleno nel thè!" Churchill: "E se io avessi la sfortuna di essere vostro marito potete essere sicura che quel thè lo berrei volentieri!"
Incontri ravvicinati tra grandi personaggi 5. Georges Clemenceau, primo ministro Francese soprannominato "Il tigre" per la sua estrema decisione ed il suo carattere non propriamente accomodante, durante un colloquio con un suo ambasciatore un po' troppo autonomo al quale aveva più volte ripetuto la condotta da tenere e le azioni da intraprendere. Spazientito dall'insistenza e dalla pedanteria di Clemenceau che ostinatamente gli ripeteva le medesime istruzioni l'ambasciatore sbotta."Ma insomma signor ministro! Sono già tre volte che mi ripetete le stesse istruzioni! Pensate forse che io sia un idiota o un imbecille?" Clemenceau, insolitamente serafico:"Mio caro amico, non ho mai pensato che poteste essere capace di essere due cose contemporaneamente, sebbene tanto simili, vista la vostra difficoltà ad esserne almeno una!"